Le ceramiche di Eli.Ca
"L'assenza di difetti nella bellezza è di per sé un difetto".
Henry Havelock Ellis
Due pezzi della mia identità, separati da un punto.
Il punto che c’è prima delle ripartenze, che segna la fine e l’inizio. Il punto di vista mio sul dare vita alle forme che la creta ti lascia fare, quando vuoi che diventi ceramica.
Alla scoperta delle radici arcaiche della forma, immersa nelle suggestioni delle terre che ho vissuto e che mi rendono viva, densa di ricordi e di progetti.
Cerco la tradizione, per dilatarla e farla mia, destrutturandola per renderla senza tempo. E proiettarla in un quotidiano di oggetti concreti, densi di tracce, di usi sovrapposti e di suggestioni.
La poesia degli oggetti senza età, che le mani plasmano, guidati dal cuore.
Parto dalle forme antiche e dalle tracce lasciate dal tempo sugli oggetti.
I decori antichi dei portoni veneziani, i merletti di Provenza, trovati nei mercatini delle cose dimenticate, le rughe delle pietre grezze, calpestate da secoli, diventano la pelle di terracotta che avvolge i mei oggetti.
Ogni forma suggerisce una suggestione, che mi spinge ad immaginare forme proiettate in una dimensione senza tempo, per farne oggetti del quotidiano.
Lo Scartosso è la mia idea di vaso.
Ha forme morbide, pelle di merletto e nasce da un ricordo d'infanzia, diventando un oggetto di uso comune, senza età.
La Battistina avvolgeva la verdura nella carta, dando forma a ricordi d’infanzia ora fermati dall’argilla.
Suggestioni etrusche, tracce di merletti veneziani, pizzi di Provenza.
Strati di bellezza in tempi sovrapposti: il senso di indefinito che si scioglie nei colori e nelle forme svincolate da tempi e luoghi.
Con le Scatole dei Sogni ho voluto immaginare dei contenitori di metafore.
Uno spazio aperto alle infiltrazioni dei sogni, con le loro superfici forate verso la luce.
Le forme avvolte di tracce arcaiche e suggestioni di vita passata, si lasciano attraversare dalle scintille di intuizioni fugaci e dense di illuminazione.